Il Funk

Prendendo il nome da un termine slang usato per descrivere uno specifico odore corporeo, funk fu il nome dato al quel tipo di musica scarna, sporca, ripetitiva e ipnotica che si sviluppò dal Soul, R&B, Rock & roll, Jazz e Gospel durante la metà degli anni sessanta. È solitamente a James Brown che si attribuisce il ruolo di precursore e punto di partenza di questo stile (Papa’s Got a Brand New Bag,1965 / Cold Sweat,1967), ma anche gruppi come i Meters, Booker T and the MG’s (Stax Records) e i Funk Brothers per la Motown Records furono determinanti.
Ripetizione, limitate variazioni di accordi (e di conseguenza limitate variazioni melodiche), ritmi sincopati ed enfasi sull’ “1”, sono le caratteristiche primarie di questo stile. Il funk successivamente si evolse in Disco, Go-go, Hip-hop, Funk-Rock, Jazz-funk, House, New-jack swing, Trip hop, Pop…ecc.
La sua influenza non può essere negata, in quanto se ne possono trovare tracce in quasi tutte le varie forme di musica dance contemporanea.
La chiave per poter suonare funk in modo autentico è divertirsi a mantenerlo essenziale (enjoy keeping it simple). Non pensate a quali fill suonare o a come inserire a tutti i costi le vostre “perle” tecniche. Concentratevi solo sul groove. I migliori batteristi funk sono solitamente descritti come “intensi”, “accurati” ed “essenziali”. Prestate attenzione a come la grancassa segue attentamente la linea del basso. Le melodie funk sono solitamente costruite sulla ripetizione di una o due battute. Cercate di suonare ogni singola battuta con la massima intensità e precisione nella disposizione delle note. Appassionatevi e immergetevi nel ritmo.
Un’altra caratteristica del funk è l’utilizzo dei sedicesimi. Indifferentemente che siano: il riff della chitarra, la parte della tastiera oppure le ghost notes del rullante; la disposizione di questi sedicesimi e solitamente ciò che definisce e crea quell’effetto “funky”. Spesso questi ultimi saranno suonati con un “swing” feel (terzinati); abilità che va padroneggiata per poter dare a questo stile un minimo di autenticità (Es.4).

Definire il Groove
Come batteristi è nostro dovere definire il tempo e il feel della musica. Una delle cose che può rendere un ritmo ancora più funky, soprattutto durante tempi lenti, è suonare tutti gli ottavi sul charleston allo stesso volume. Lo potrete sentire molto nell’ hip-hop e nella maggior parte delle canzoni con uno “swing” feel. Cercate di evitare l’accento sui quarti… a meno che non vogliate dare al groove un feel “behind-the-beat”.

Ghost Notes
La ghost note è una nota più leggera, solitamente suonata sul rullante. L’utilizzo in maniera dinamica e coscienziosa delle ghost notes può davvero fare la differenza e aggiungere ad un ritmo quel pizzico di colore in più. Ascoltate ad esempio: Bernard Purdie, Clyde Stubblefield, Dave Garibaldi e Steve Jordan per sentirle in azione. Assicuratevi che le ghost notes siano suonate con meno intensità rispetto ai vostri “backbeats” (accenti sul rullante). Questo vi farà ottenere due diversi suoni dallo stesso tamburo. Se invece suonate queste note tutte allo stesso volume otterrete l’effetto Nirvana Smells like Teen Spirit. Fico sì, ma non funky.

Provate i seguenti esercizi per ghost notes in combinazione con i pattern di cassa qui sotto (Es.2).

Es.1

Es.2

Aggiungere pepe
L’Apertura del charleston o la disposizione del “backbeat” può veramente fare la differenza in un groove. Cold Sweat di James Brown ne è un perfetto esempio. Provate a suonare questo groove che si sviluppa in frasi di due battute e, appena vi sentirete a vostro agio tornate all’inizio e risuonatelo con uno “swing feel” (tutti i sedicesimi terzinati).

Es.3


Es.4

Ci sono innumerevoli libri riguardanti questo argomento, con molte trascrizioni di  grooves classici.
Vi consiglio l’ottimo The Commandments of R&B Drumming di Zoro, l’ Advanced Funk Studies di Rick Latham, The Funky Beat di David Garibaldi e il Funk Drumming di Mike Clark

Make it Funky!

3 risposte a “Il Funk

  1. Pingback: Clyde Stubblefield | Giuseppe Grondona

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  3. Bello, grazie mi serviva

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