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J Dilla changed my life

Nella comunità dei musicisti e soprattutto dei batteristi italiani non familiari con l’hip hop, il nome di J Dilla potrebbe non dire assolutamente nulla.

L’impatto che James Dewitt Yancey, meglio conosciuto col nome d’arte di J Dilla, o anche come Jay Dee ha avuto sull’hip hop e sulla scena musicale in generale è stato devastante. Le sue produzioni e beats hanno letteralmente stravolto e ringiovanito il modo di fare musica dalla metà degli anni novanta in poi, dividendo la scena hip hop moderna in due fasi, quella pre e quella post Dilla.

Sin dall’inizio dell’hip hop e della musica elettronica più in generale, si è sempre cercato di replicare con l’ausilio di drum machines e campionatori i grooves e suoni delle batterie vere, ma dopo che il musicista-compositore di Detroit ha iniziato a calcare le scene, questo concetto si è totalmente ribaltato.
I suoi beats così “storti” e “sciatti”(sloppy) e quei suoni di clap e snap così caratteristici suonati sui mini pads dell’MPC 3000 dell’Akay senza quantizzazione, sono entrati a far parte del vocabolario musicale, influenzando una vasta platea di batteristi che hanno iniziato ad emularli su un set acustico.
?uestlove (la colonna portante dei The Roots afferma apertamente che J Dilla abbia rivoluzionato il suo modo di sentire e suonare la batteria), Chris Dave, Mark Colenburg e molti altri devono gran parte della loro fortuna proprio a questo processo di “umanizzazione” dell’elettronico.
Anche ll pianista jazz Robert Glasper, che viene già definito dalla stampa internazionale e italiana un futuro punto di riferimento della scena musicale, attinge a piene mani dal repertorio e dallo stile di J Dilla.
Numerosi infatti sono i tributi a lui dedicati in tutti i suoi albums.
Il Los Angeles Time una volta ha scritto che “E’ breve la lista di pianisti jazz che hanno i mezzi per lanciare un riferimento a J Dilla in una cover di Thelonious Monk, ma non molti pianisti jazz sono Robert Glasper”

“C’è una particolare profondità e onestà nella musica di Dilla, nel modo in cui i suoi beat si fondono insieme, la sua musica è piena di cose sottili che la maggior parte delle persone non riesce a percepire quando in realtà dovrebbero solo goderne. Il ciclo delle battute che normalmente nella musica hip-hop è un rigoroso 4 quarti, in Dilla mutava, Dilla amava i loop a 5 battute ma non perchè puntasse ad avere uno stile per forza “sconvolgente” o eccessivamente tecnico, anzi. Il desiderio di J Dilla non era evidenziare la tecnica, lui, con la sua musica stava cercando di dire che la vita è bella, che siamo fortunati a viverla e che noi, quando abbiamo il bisogno di fare qualcosa nel nostro cuore, dobbiamo farla senza esitare. Dilla è un genio moderno, ognuno ha dentro di sé il genio, ma non tutti, per qualche motivo, riescono a manifestarlo; Dilla l’ha fatto. Lui era un genio, un genio che con il suo coraggio e con la sua costanza ha catturato e rappresentato, con la sua musica, lo spirito del suo tempo.”- dice il pianista classico Miguel Atwood-Ferguson in un articolo uscito sul “The Guardian” il 27 gennaio 2011.

Nato nel 1974 a Detroit da una famiglia povera, ma con grandi propensioni musicali, già a 4 anni James iniziò a dimostrare le sue immense doti, cantando con incredibile intonazione e senso del ritmo sui dischi jazz di suo padre.
L’amore per la musica afroamericana degli anni ‘60 e ‘70 lo accompagno’ per tutta la vita, acquistando una forte importanza in tutta la sua produzione musicale, vastissima e variegata.
Il suo stile di produzione, unico ed innovativo, gli è valso la stima e l’affetto di tutta la scena rap underground statunitense sin dai suoi esordi con gli Slum Village, primo suo vero gruppo.
J Dilla, amico e produttore di mostri sacri del rap come Busta Rhymes, Common, Black Thought dei The Roots e Q-Tip, solo per citarne alcuni, rimase tuttavia sempre legato al concetto di musica come espressione dell’anima e fonte di gioa, concetto che lo porto’ a produrre negli anni talentuosi Mc semisconosciuti, uno per tutti Guilty Simpson, piuttosto che accettare contratti di collaborazione milionari con ben più noti Mc che però non sentiva avrebbero contribuito alla sua crescita personale ed artistica.
Anche se fu un eccellente polistrumentista, dotato di un talento al di fuori della media , J Dilla è considerato oggi da appassionati, gente del settore e non il più grande beatmaker di tutti i tempi, capace di creare beats assolutamente unici nel loro genere.
Le sue influenze soul, funk ed R&B sono spesso rintracciabili nelle basi dei suoi album più estremi e concettuali, fra tutti –Welcome to Detroit-, sicuramente il più personale di tutti i dischi di Dilla.
Il suo amore per la musica lo portò a collaborare e stringere amicizie solide anche con artisti di altri generi musicali, come ad esempio la cantante R&B Erykah Badu.
Timido e taciturno, J Dilla non cerco’ mai la celebrità a tutti i costi e a differenza di altri produttori Hip Hop, come Puff Daddy o Dr. Dre, alle parole preferì sempre i fatti, lasciando fama e notorietà agli altri e facendo parlare sempre e solo la sua musica. Questo suo atteggiamento, che lo rende oggi, a poco meno di sei anni dalla sua scomparsa, il più rimpianto e riscoperto artista Hip-Hop di sempre, fece però si che durante tutta la sua vita il suo nome rimanesse una chicca per pochi invece che un sinonimo di Hip-Hop di sublime qualità per tutti gli amanti del genere.
Produttore di successi planetari come -The light- di Common o -Wohaa!- di Busta Rhymes, per citarne due, J Dilla non spese mai tempo a pubblicizzarsi come produttore o a cercare una maggiore notorietà’.
La sua è stata una vita interamente dedicata alla musica.

Nel 2004 gli fu diagnosticato una gravissima forma di Lupus, una malattia incurabile del sistema immunitario, che gli tolse la vita due anni più tardi, ma J Dilla fino all’ ultimo non smise di produrre e comporre.
Il suo ultimo album,-Donuts-, uscito il giorno prima della sua morte avvenuta il 10 febbraio del 2006, fu composto da Dilla metà a casa e metà in ospedale, grazie a uno studio portabile formato da piatti, mixer e campionatore e con la madre onnipresente, a massaggiargli le dita addormentate per consentirgli di lavorare al pc.

Dilla rimane un faro ed un punto di riferimento per tutti gli addetti ai lavori del mondo Hip Hop e non solo. Per lui hanno speso parole di elogio e riconoscenza fra gli altri anche i due nuovi e più grandi talenti della produzione Hip Hop contemporanea, Kanye West e Pharrell Williams, oltre ai suoi fan in giro per il mondo, che contribuiscono con il loro amore a tenere vivo il ricordo ed il nome di Dilla.

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