Il reggae e’ la forma musicale jamaicana emersa negli ultimi anni sessanta. Come I suoi predecessori, ska e rock steady, il reggae ha radici nel jazz Americano e nel R&B. Alla fine degli anni cinquanta, i sound systems mobili di Reid e Dodd facevano a gara per suonare gli album R&B americani piu’ recenti. Questi sound systems crebbero sempre di piu’ diventando case discografiche, producendo cosi’ musica propria con uno stile grezzo ma trascinante. Questo stile fu’chiamato Ska. Lo Ska era una musica gioiosa e tutta in levare che assomigliava molto al R&B Americano, con il basso suonato su ogni quarto (walking bass), una sezione fiati e con un nuovo accento ritmico sul “2” e sul “4”. Esso incarnava la speranza in un futuro migliore data dalla recente indipendenza della Jamaica dalla Gran Bretagna. Durante la particolarmente calda estate del 1966, i balli e le velocita’ delle canzoni si fecero sempre piu’ rilassate, mentre la collera della popolazione, dovuta ad un coprifuoco nazionale voluto in seguito allo scoppio di numerosi disordini nelle strade, si infiammava. Questo nuovo beat piu’ lento e tranquillo diede vita al rock steady. Gli anni seguenti videro l’emergere di un nuovo stile, il reggae. Questa musica, ora piu’ veloce, dura e priva di linee di basso walking, presenta parti di chitarre e tastiere piu’ spigolose e sincopate, e beneficia dell’innovativo sistema di registrazione multi tracce.
Ritmicamente, nella musica reggae l’accento e’ sul levare (chitarra e tastiere) mentre, la batteria ed il basso mantengono un tempo half-time con il back-beat (accento sul rullante) sul terzo movimento, sempre rimanendo in 4/4. La chiave per poter suonare in questo stile in modo autentico, sta nel capire a fondo le sue radici jazz e R&B. Pensate al tradizionale jazz pattern (swing) del ride suonato sull’ hi hat. Accentate il “2” ed il “4” e aggiungete il caratteristico one-drop beat (colpo sul rullante) sul “3”. Fate attenzione a non accentare l’ “1” ed il “4”.
Nota: molto spesso questi ritmi sono suonati a metà strada fra il terzinato e lo straight (dritto), proprio come accade nel jazz e nel R&B.
Grooves Reggae
Patterns alternativi di cassa:
Crazy Baldheads – Bob Marley
Night Shift – Bob Marley
Questo stile è caratterizzato da suoni leggeri, tesi ed asciutti. Ci sono veramente poche note sostenute nella sezione ritmica reggae. Persino chitarre e tastiere hanno un approccio più percussivo. Suonate l’hi hat con la punta, e gli accenti con la bacchetta piatta in prossimità della campana (non su di essa). La batteria nel reggae, in linea generale, tende a non avere nessun tipo di risonanza ed i piatti sono suonati raramente, soltanto al termine dei fills.
Un altro elemento chiave per suonare il reggae in modo autentico, sta nel percepirlo in levare piuttosto che come un ritmo rilassato. Basta osservare il modo in cui la gente danza su di esso. Il groove si basa su pulsazioni di quarti “trainanti” suggerite dal levare delle chitarre e testiere. Siate essenziali. Tutto sta nel creare un groove ipnotico e ripetitivo sul quale la gente possa ballare.
Fills e “lead- in breaks”
Artisti consigliati
Bob Marley, Toots and the Maytals, Jimmy Cliff, Peter Tosh, Lee Perry, Black Uhuru, Steel Pulse, The Skatalites, Burning Spear, Desmond Dekker, Sly and Robbie, Gregory Isaacs.